venerdì 23 novembre 2007

Ciccia di Qualità

Gira in questi giorni la notizia che i single amerebbero la buona cucina. Lo affermano fonti onorevoli come la Coldiretti (e fin qui nulla di strano) e Speed Date, li conoscete… quelli degli incontri lampo per cuori solitari, quelli che si cimentano in fantasiose iniziative e danno un briciolo di speranza ai non accoppiati più disperati. Pare che dopo anni di junk food e take away, le migliaia di single italiani abbiano riscoperto il piacere di sedersi a tavola davanti a piatti di verdura fresca, pietanze di carne e pesce, cannelloni traboccanti di besciamella, dolci e dessert che al solo guardarli fanno salire la glicemia, e chi più ne ha più ne metta.

Decisamente a me pare di rientrare nella categoria da sempre… cioè da quando la carenza di sesso, degno di chiamarsi tale, mi ha spinta a cercare un adeguato palliativo nel cibo. Non per nulla sogno di essere rapita da un rinomato chef perché mi porti nelle sue cucine per possedermi sul tavolo tra cosce di pollo in salamoia, cotechini e mousse di cioccolato.

Io nella parte di quella che fa attenzione alla linea proprio non ci riesco a stare. L’ultima volta che ci ho provato, con la mia fedele compagna di abbuffate, al momento del dessert, dopo aver finito il nostro, è bastato uno sguardo per capirci al volo e avventarci sul piatto abbandonato del terzo commensale allontanatosi per un attimo. E in men che non si dica, la seconda porzione di mousse al cioccolato annegata nella deliziosa salsina alla vaniglia, nuotava allegramente nel nostro stomaco assieme a pasta alla norma, maiale con composta di mele, patate arrosto e un’indicibile quantità di vino. Never mind! Per tutto quanto è superfluo e si accumula nei… punti giusti, è stato trovato il giusto nome: quando ti siedi e la pancia traboccante dai jeans ostinatamente a vita bassa fa a botte con la cerniera e urla ‘liberatemi’ come faceva Biagio Antonacci nei suoi tempi migliori, e qualcuno ti fa notare, Vio, ti tratti bene ultimamente, io rispondo, E’ la ciccia di qualità.

Io e le mie adiposità localizzate abbiamo raggiunto un equilibrio di pacifica convivenza e di reciproco rispetto. D’altra parte come non rispettarle: sono l’evidente e tangibile (dio come si toccano bene!) prova che IO MI AMO e mi piace coccolarmi tra rum e cioccolato. E poi se potessero parlare... io mi porto dietro eloquenti gruppetti di ciccia che raccontano di serate a gozzovigliare.

La ciccia di qualità piace a letto… o almeno questo è quanto ho imparato a credere quando afflitta ho capito, che con quelle spigolose che mangiano l’insalatina senza condimento e vanno in palestra, non ho nulla da spartire. Mi offri un bicchiere di vino e poi un altro? Ti dico di si. Mi porgi dei biscotti al cioccolato? In un nano secondo il primo sarà già finito sotto i denti.

Nessun imbarazzo. Nemmeno quella volta in cui, a tavola, con l’uomo del momento (tra l’altro un oste che di gente mentre mangia ne dovrebbe aver vista parecchia) mi avvento sul piatto di fragrante prosciutto crudo e lui, con l’occhio fuori dalle orbite mi dice, Sei un mito, hai mangiato anche tutto il grasso.

Beh… quando si dice, che la ciccia di qualità non è acqua.

4 commenti:

Bo ha detto...

ahahah
ciccia di qualità,
quanto hai ragione!
ahahah

sarah ha detto...

Viva i cuscinetti del benessere (emotivo e alimentare) e per fortuna...nessuna somiglia a una donna spigolosa ;)

Unknown ha detto...

Io vorrei spezzare una lancia a favore delle donne spigolose, ma felici di esserlo. Non spigolose per scelta ma per natura, e anche io spigolosa da sempre, mangio il prosciutto col grasso, e anche i biscotti con la cioccolata. Adeu!

VIO ha detto...

Ma tu non sei spigolosa!
Sei una splendida bolzanina con le gambe lunghe e il culetto tondo :-)